(Fiaba di Teoderica tratta dal sito web www.tiraccontounafiaba.it)
In una bella villa di campagna, viveva un asino di nome Dudù, era il compagno inseparabile di un bambino ricco e viziato, che al suo ottavo compleanno aveva ricevuto in dono Dudù. Questo bambino un po’ capriccioso, aveva già un cane, un gatto, una capra, e si divertiva un mucchio a prendere in giro Dudù, dicendogli, asino e somaro, se tu andassi a scuola prenderesti sempre zero.
Inutile dirvi di quanto soffrisse Dudù, che amava tanto la conoscenza e il suo più grande desiderio sarebbe stato quello di poter andare a scuola.
Dudù ascoltava tutto, apprendeva velocemente e un giorno lesse su un libro, abbandonato sul prato dal bambino, la favola di Pinocchio.
Da quel momento il suo unico obbiettivo fu di trasformarsi in un bambino, se Pinocchio si trasformò da bambino in asino, perché non poteva accadere l’incontrario?
Pinocchio non studiava e si dava ai bagordi, e per quello divenne un asino, Dudù avrebbe studiato come un matto e sarebbe stato obbediente, non si sarebbe neanche ribellato al bambino, quando lui gli tirava le orecchie e gli diceva:
“Somarone, asino ripetente che sei.”
Forse il bambino gli diceva così con tenerezza, ma le parole cattive fanno male e tolgono la stima in se stessi.
Dudù leggeva tutti i libri che trovava sul prato e quelli abbandonati sulle sedie a sdraio, riuscì ad entrare anche nel garage della villa, qui trovò tanti e tanti libri, erano i libri economici, i libri rilegati e con la copertina in cuoio si trovavano invece nella sala rossa della biblioteca.
Quanto lesse Dudù, pure l’Odissea, l’Eneide e l’Iliade, era diventato un sapientone.
Ora si sentiva pronto a trasformarsi in bambino.
La sera andava a letto e pensava intensamente di svegliarsi al mattino dopo e di trovarsi trasformato.
E un bel mattino il miracolo accade.
Dudù era diventato un bambino.
Era bello essere un bambino, ti svegliavano coi baci sulla guancia, poi c’era la colazione con latte e biscotti.
Un bacio alla mamma poi si partiva in auto con papà, che ti portava alla scuola.
A scuola, c’erano tanti bambini, chi era simpatico e chi no, poi c’erano le maestre che spiegavano tante cose, meraviglie senza fine.
Dudù alzò la mano e fece qualche domanda e qualche intervento e le maestre non dissero che era un asino, anzi gli dissero, bravo.
Dudù decise che essere un bambino era veramente una bella cosa.
A mezzogiorno passò la mamma a prenderlo per riportarlo a casa, lo baciò più volte quando vide un bel dieci e lode sul suo quaderno.
A casa ad aspettarlo c’era mogio, mogio e triste, triste l’asino.
Dovete sapere che Dudù aveva preso il posto del bambino e questi era diventato Dudù.
Dudù con la sua enorme intelligenza capì subito cosa era successo, il bambino invece non capiva nulla, ma si sentiva infelice.
Dudù era anche molto buono, caratteristica di tutti gli asini, perciò non volendo vedere il bambino trasformato in asino, rinunciò al suo nuovo essere e chiese intensamente di ritornare asino.
Così successe.
Da allora, il bambino si adoperò per lodare le qualità dell’asino.
Ora dare dell’asino a qualcuno è un complimento.