[Di Romano Marchetti. 26/01/1913 - 31/03/2019, poesie e racconti inediti raccolti dal figlio Euro]
Tolmezzo 1. 2. 76
È domenica.La neve ha decorato il nostro mondo, specie gli alberi, ad uno ad uno.
Ieri nevicava fitto e sottile. Nella quasi notte, la gioia dei ragazzi e delle ragazze che incrociavo, che si stavano spallonando.
La gioia di Saskia ed il suo acuto stridio.
Nulla, come la neve, cambia la faccia alla terra.
Ma non può essere che a tale cambiare risalga tutta la gioia.
Qualcosa deve pur star collegata al bianco colore.
Lo sia per me solo?
Nel bianco totale scompare ogni diversità esteriore.
Invece quella interiore, si fa più profonda.
È come se ciascuno, nascosto, spiasse il resto del mondo, la analizzasse, approfondisse il sapere suo proprio e la propria coscienza.
Egli, l'uomo, così cresce in se, mentre constata l'eguaglianza, la non differenziazione fra gli uomini.
Sorella neve, il tuo comprensivo, profetico, lievemente triste sorriso.
Cade insistente fitta la neve
sul mondo che medita e tace.
Il bimbo che vuol svolazzare
nel cielo qual fiocco più lieve
I'angelico stato, l'adolescenza
nel gioco d'amore ,
qual canto sidereo.
Il vecchio, nascosto, in bianca corazza,
spia fuori tentando l'enigma di sempre
che mai è la vita?
qual canto sidereo